Zafirya si voltò verso Clio e sorrise.
“Certo, milady...” disse “... i biscotti sono per il nostro cavaliere malato ma naturalmente lui li dividerà con tutti voi.” Annuendo. “Spero vi piacciano. Sono una vecchia ricetta di mia nonna.”
La ribelle mangiò il biscotto e comprese che nulla di strano vi era dentro.
E così anche Pinto, Hansiner, Sammone ed il pellegrino ne presero, offrendone anche a Gwen e a Dacey.
“Li useremo come dessert.” Gustandoli Hansiner.
Poi Pinto guardò Zafirya.
“Dite ad Icarius cos'erano i bagliori azzurri visti nel polverificio, madama.”
“Ah, allora Icarius è il nome del nostro cavaliere.” Fece Zafirya. “Che bel nome.”
“Di quali bagliori parli, Pinto?” Chiese il Taddeide.
“Sono i bagliori del Fiore Azzurro, cavaliere.” A lui Zafirya.
“Bontà Divina!” Cigolò Cq.
“Che io possa diventare pazzo!” Esclamò Hansiner.
“Come fate a dirlo?” Domando Icarius.
“Lo so...” rispose Zafirya.
“E come?” Guardandola l'eroe di Capomazda.
“L'ho udito dal canto del fantasma...” svelò Zafirya.
Era ormai quasi il crepuscolo.
“Prepariamoci ad andare in quel polverificio.” A tutti loro Icarius.
Poi il Taddeide guardò Dacey.
“Non temete, milady...” le disse “... la vostra fasciatura tiene bene ed ormai la ferita non mi fa quasi più male...” sorrise “... ma potete sempre venire con noi, così sarete più tranquilla nel vedere che starò attento a non fare grossi sforzi.”
Intanto, nella cucina, da una tubatura il locandiere aveva udito i loro discorsi.
Prese il cappello e fece per uscire.
“Dove vai, miserabile?” La moglie. “Non vorrai andare a zonzo e lasciarmi a sgobbare qui da sola?”
“Taci, vipera!” La zittì lui. “Devo avvertire ser Vengor... voleva conoscere gli spostamenti di questa gente e sono certo mi ricompenserà.” Ed uscì.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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