Sorrisi a Gwen, immaginando dal suo sguardo che stesse pensando al suo amato.
Poi un rumore, come un tintinnio.
Icarius impugnò Mia Amata, e io Damasgrada.
Lui si inoltrò nel corridoio, e io impugnai anche un pugnale da lancio nella mano libera, nel caso qualcosa giungesse.
Se era il fantasma le armi sarebbero servite a poco, ma erano i vivi a darmi più pensiero.
E sicuramente in città non vedevano di buon occhio la nostra presenza lì.
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