Sorrisi ad Icarius, per poi voltarmi verso Vengor, con un sorriso totalmente diverso.
Un sorriso freddo e determinato.
Ma anche divertito, perché avrei mentito a me stessa se non avessi ammesso quanto mi divertisse combattere.
Quanto adoravo tutto quello.
E quanta voglia avevo di ammazzare quel cane.
Ma non dissi nulla, lui parlava già troppo per tutti e due.
Così mi scagliai contro di lui, rapida e veloce, colpendo, schivando, ancora e ancora.
Finché il mio essere non si fuse con l'acciaio della mia lama, creando un'armonia incredibile ed eterea.
Era come una danza, una danza di morte.
|