A quelle parole di Gwen, tutti si voltarono verso la porta di ferro.
Si stava aprendo cigolando.
Apparve allora un monaco.
Era un uomo grassoccio, incanutito ma vitale, persino gioviale.
Dai capelli mossi e bianchi, la barba incolta ed il viso espressivo e benevolo.
“Pace e bene, signori.” Disse al gruppo. “Che Iddio vi protegga e vi risparmi.” Benedicendoli con la mano. “Sono il cellario della chiesa di Sant'Angelo.”
“Dunque questa chiesa è dedicata al culto di San michele Arcangelo...” mormorò Icarius.
“Si, messere.” Annuì il cellario.