Gwen continuò a leggere...
“Era il terzo giorno in cui vagavo attaccato su quel pezzo di legno, in balia di onde e maree.
Non avevo né acqua, né cibo.
Il Sole picchiava forte e temevo che le escoriazioni del mio corpo richiamassero qualche pescecane.
Fu allora che decisi di chinare in acqua il viso e bere l'acqua salata.
Pensai che la follia fosse più sopportabile della sete, della bocca secca e delle labbra arse dalla calura.
E forse lo feci davvero.
Forse davvero arrivai a bere l'acqua salmastra.
E fu in quel momento di disperazione e rassegnazione che accadde.
Il mare divenne piatto di colpo e tutto si ammutolì.
Così si formò nelle acque un'onda anomala e poi spruzzi alti decine di metri.
E la vidi.
Emerse in un attimo, sotto un cielo che si fece cupo.
Una gigantesca nave nera, con un teschio sulla prua.
Si forse sono davvero pazzo.
Il sale marino mi ha cotto il cervello.
Ma quella nave esiste.
La rivedo ogni notte nei miei incubi.
Come quella volta.
Mentre si alzava in volo dalle acque marine.”
Terminò così la pagina.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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