Finalmente la Divina Misericordia aveva arrestato la sua folle corsa tra le aspre rocce.
Mura di fumo e polvere, dense, scure, ciclopiche nella loro altezza avvolgevano il vascello.
I detriti di ferro e pietrisco ancora rimbalzavano nell'aria, ultimo residuo, con la polvere ed il fumo, del terribile impatto.
Tutti a bordo cercarono allora i feriti e i dispersi.
“Sono...” disse Cq cigolando “... sono qui, milady...” intrappolato nel comodino “... credo di avere ogni perno ed ogni rotella al proprio posto...” col mini seghetto laser che fuoriuscì dalla sua testa segò il comodino, liberandosi “... voi come state, milady?” Rivolto a Gwen.
Nella cabina di Icarius, intanto, Clio, vestita con pantaloni e camicia da notte, era uscita intera dall'impatto.
“Clio...” chiamò lui “... Clio, come stai?” Alzandosi tra il legno frantumato dell'armadio e la seta degli abiti fuoriusciti.
Nella cabina dei falsi coniugi, invece, Dacey aveva perso i sensi durante il precipitare del veliero.
E sognò...
Era buia la tundra.
Dacey vagava solitaria ed impaurita, quando udì il suono di una campana, lento ed austero.
Batteva i rintocchi di un funerale.
All'improvviso un terribile ululato.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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