Sottocapitolo: Il mastino del Triterno
“<< I mostri esistono perchè fanno parte del disegno divino e nelle stesse orribili fattezze dei mostri si rivela la potenza del Creatore. >>”
(Umberto Eco, Il nome della rosa)
Qualcuno narra che gli dei della terra vivono sulle montagne più alte e non sopportano di essere guardati dall'uomo.
Una volta, si racconta, abitavano vette minori, ma gli uomini hanno scavato le pareti di roccia e neve e hanno spinto gli dei sempre più lontano, finchè non sono rimasti loro i rifugi più inaccessibili.
Nell'abbandonare le vecchie dimore gli dei hanno cancellato tutti i segni della loro esistenza.
Solo a Bocca della Selva, si dice, qualcuno di quei grandiosi segni è rimasto intatto ed immutato, forse perchè gli dei hanno creduto impossibile per l'uomo raggiungere queste lande.
E nel vedere le terre che ora il Trattors attraversava, l'inospitalità di quei luoghi apparve palese a tutti loro.
Clio, Gwen, Dacey, Dension, Hansiner, il pellegrino, Sammone e Cq fissavano con inquietudine quel mondo così selvaggio e primordiale.
E con loro anche Icarius ai comandi del veicolo terrestre.
Alte montagne brulle, screziate d'azzurro, tanto impervie da sembrare sorte dal digrignare della stessa terra nell'atto di contorcersi sul suo ventre, circondavano quelle lande, fatte di boschi impenetrabili, fondovalli sterminati e scoscesi sentieri inerpicati tra pendici e pareti di pietra a strapiombo.
Il cielo presentava alte e cupe nuvole, con un'aria fredda che sembrava soffiare direttamente dall'Oltretomba.
“Siamo davvero ai confini del mondo...” disse il pellegrino.
“Questa è Bocca della Selva...” fece Icarius, impegnato a guidare il Trattors “... e forse il demonio stesso ha scavato le sue valli, come monito al mondo civilizzato...”
E all'improvviso, tra dossi e avvallamenti, alberi secolari e rocce segnate dal tempo quasi fossero remoti ed insuperabili miliari, cominciarono a vedersi poche ed isolate abitazioni, che parevano condurre, in quella infinita e primordiale desolazione, al centro abitato che sorgeva poco più avanti inerpicato alle falde di un'altissima montagna.
Simile ad un titano addormentato e confinato ai confini del mondo per esserne custode e giudice, la gigantesca vetta dominava tutto il territorio, incutendo a chi la guardava un senso di angoscia ed impotenza.
E alle sue pendici scorreva lento un fiume dalle acque silenziose.
Il Trattors imboccò un angusto sentiero e cominciarono ad apparire lungo il cammino delle Croci.
Erano state erette quasi ad intervalli regolari, come a scandire il territorio in maniera ossessiva.
Come se la gente di quel luogo volesse proteggersi da qualcosa di oscuro presente in quelle sinistre e dimenticate lande.