Guren uscì ed Icarius si sedette al suo posto, riprendendo a fissare le increspature del vino nel suo bicchiere.
“Allora...” disse Hansiner “... cosa ne pensi?”
“Bisogna capire con chi o cosa abbiamo a che fare...” mormorò il Taddeide “... se ci troviamo di fronte ad un animale, dunque dal comportamento del tutto imprevedibile e mosso solo dall'istinto... oppure se ci troviamo invece al cospetto di qualche altra cosa, che agisce con un fine preciso e non per fame...”
“Il mastino ha detto Guren che non sbrana le sue vittime.” Fece il pellegrino. “Dunque non può essere un lupo. Che senso avrebbe?”
“Un uomo però” intervenne Hansiner “non assale attaccando la giugulare delle sue vittime e non le sventra... non di solito almeno.”
“Assurdo.” Turbato il pellegrino.
“Don Nicola, il mio maestro, soleva dire che esistono due tipi di nemici...” Icarius “... quelli che vengono dall'esterno, dunque animali o uomini... e quelli che invece vengono da dentro di noi...”
“Dentro di noi?” Ripetè Sammone.
“Si...” annuì il Taddeide “... il cuore dell'uomo, diceva San Bernardino da Siena, può essere la Porta del Cielo o quella degli inferi... da esso così possono arrivare Angeli o demoni...” con tono inquieto.