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Vecchio 28-09-2015, 18.42.02   #6052
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il carro lasciò la cittadina e si addentrò nella desolata, silenziosa e cupa campagna.
Imboccò uno stretto ed angusto sentiero, fatto di fossi e dossi, con un vago segno di solchi causato dal passaggio delle ruote di carri.
Segno evidente che quel viottolo non era molto praticato.
Il pomeriggio ventoso trascorse in fretta, mentre lontane e grige nuvole si annidavano sui monti.
L'imbrunire cominciò a mostrarsi, velando gli alberi e le piante come una coltre angosciante.
Le nubi sembravano voler circondare quello scenario, mentre il vento andava facendosi più freddo man mano che il Sole calava.
Eppure quell'inquieto ed inquietante sibilo che si udiva nel vento non accennava a svanire, simile com'era ad un lamento lontano, vago e mutevole, presagio di qualcosa di oscuro.
Il carro cigolava tra gli sterpi ed i rovi che attraversavano lo stretto sentiero, ormai divenuto quasi impraticabile.
Tutto, oltre il vento, pareva fatto di silenzio.
Poi quel silenzio fu rotto dallo scorrere del fiume che cominciò a farsi insistente appena il carro ne affiancò la sponda erbosa.
Il Triterno col suo corso piatto pareva sfociare da un mondo lontano e raggiungere quelle lande fatte di sinistra desolazione.
“Che posto inquietante...” disse Cq.
E proprio seguendo il margine del fiume il carro si ritrovò in una radura irregolare, all'estremità più lontana della quale sorgeva un'abitazione appena poco più grande di una capanna, con la parte posteriore rivolta verso la foresta primordiale.
Il carro si avvicinò e nonostante la grandezza esigua quell'abitazione appariva tutt'altro che una baracca.
Era infatti una graziosa casetta di tronchi d'albero, a due piani.
Dal suo aspetto non era neanche troppo vecchia, forse una ventina d'anni o poco più ed era in condizioni che tradivano le cure più attente e civili.
Attraverso i vetri del pianterreno brillava una forte luce.
“Deve essere la casa del borgomastro...” indicò Icarius a Clio e a Gwen.
Raggiunsero così l'abitazione ed il rumore del carro fece uscire qualcuno dalla porta.
Era un uomo anziano, ma robusto e vigoroso.
“Salute a voi.” Ai tre sul carro, come se nel vedere qualcuno in quel luogo dimenticato non lo stupisse più di tanto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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