Sulla sponda Occidentale del corso del Triterno vi è un boschetto di querce attorno ad uno spuntone roccioso utilizzato forse in tempi remoti come rifugio o primordiale santuario di qualche oscura e dimenticata divinità pagana.
Oltre lo spuntone vi è un dislivello, ammantato di sterpi e rovi, dove sorge un noce di grandezza insolita e dalla forma stranamente repellente, come se il tempo ed i peccati degli uomini lo avessero seccato e pietrificato.
Le robuste radici spuntano dal terreno come tralci aggrovigliati, contornando le pietre e dando a quello scenario un aspetto sinistro ed angosciante.
Visto da qualche passo più indietro, all'altezza dell'argine del fiume, quell'albero pare assumere l'aspetto di un uomo grottesco, o meglio di un corpo umano contratto nell'atto di essere raggiunto dalla morte.
E quest'immagine è così inquietante che i contadini ed i pastori temono di attraversare quel passo di notte, soprattutto quando la Luna brilla muta fra i rami contorti del noce.
Anticamente questo luogo era visitato dalle Janare, le terribili signore della notte e schiave del Demonio, che gli uomini hanno poi imparato a chiamare streghe.
Solo chi vive in queste lande, secondo un antico detto, comprende davvero quanto sia potente e malvagia una strega.
Per questo solo a Bocca della Selva si conosce davvero il volto del male.
E non distante da qui vi era la casa della vecchia.
Il carro arrivò ed Icarius pensò bene di nasconderlo proprio dietro l'inquietante noce.