Come un animale abituato alla lotta, ma disperato e braccato, Clio cominciò ad attaccare la misteriosa e feroce creatura, mentre essa ancora era a far scempio del povero borgomastro.
Prima sparò con la pistola, poi usò la fiera Damasgrada.
Ma tutto sembrava inutile.
Quell'infernale bestia pareva invulnerabile.
Inviolabile da qualsiasi cosa che fosse umana e naturale.
Anche Hansiner, dopo un attimo di sgomento, impugnò la postala ed aprì il fuoco contro la bestia.
Ma anche i suoi colpi non sortirono effetto, se non quello di far inferocire ancor più l'animale.
Allora con una poderosa artigliata la belva colpì Clio, lacerandole una coscia e sbattendola contro un albero.
E per un attimo restò confusa.
Poi altri spari.
Stavolta di fucili.
Un sordo latrato e la belva svanì così com'era venuta.
E la ribelle cominciò ad udire voci confuse, fino a voltarsi e vedere accanto a sé il corpo martoriato e senza vita del borgomastro.