Jean annuì a Clio e si avvicinò alla porta della cappellina, per poi bussare con vigore.
Ma nessuno rispose.
L'uomo bussò di nuovo e con ancora più forza, tanto che quella porta di legno dai cardini arrugginiti cominciò a scricchiolare.
Poi finalmente si udirono dei passi.
“Allora...” disse qualcuno dall'interno “... non vedete la Santa Croce che domina questa cappellina? Non sapete dunque che essa è luogo Sacro ed eremo per i figli della privazione? Andatevene perciò e non disturbate oltre le mie orazioni, sicché per riconoscenza io pregherò per voi.”
“Perdonateci se vi disturbiamo, buon eremita...” disse Jean “... ma è questione di vita o di morte...”
“E ignorate dunque che le orazioni di un anacoreta sono al di sopra di tutto?” La voce dalla cappellina. “Anche della vita e della morte? Andatevene e San Rocco, a cui sto dedicando le mie preghiere, vi risparmierà le noie che soventi spettano ai disturbatori dei figli della Chiesa.”
“Un pio eremita che nega ospitalità a dei viandanti?” Seccato Jean.
“Un pio eremita” replicò la voce dall'interno “che invece si difende dalle tentazioni del mondo che recate con voi. Andatevene e non disturbatemi oltre, altrimenti sarò indotto a pensare che la vostra determinazione a seccarmi celi cattive intenzioni. In tal caso ho con me una robusta verga con cui tengo lontani anche i lupi, oltre che i malintenzionati. Su, figlioli, riprendete il vostro cammino e che il Cielo vi benedica.”
“Signore...” uno dei soldati a Jean “... e se nascondesse qualcosa?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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