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Vecchio 16-10-2015, 18.51.10   #14
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nei cieli di Evangelia



Lo scoppiettio dei motori, la polvere sollevata dalle eliche degli aerei e poi il loro sibilo nell'alzarsi in volo.
E' incredibile quante cose si possono ammirare e scoprire in una rocca militare.
Alcuni piloti fissano il vuoto mentre gli addetti chiudono l'abitacolo, danno una botta di vernice al simbolo sul biplano, infatti ogni veicolo ne ha uno stampato sulla coda, o azionano manualmente il motore.
Altri invece canticchiano, mentre qualcuno beve e qualcun altro ancora resta con gli occhi chiusi pensando chissà cosa.
Qualche pilota persino prega.
Quando il mio maestro mi ha chiesto di venire quassù ad Evangelia, sperduto avamposto in un'area dimenticata dagli uomini e da Dio, per realizzare schizzi e ritratti di questi eroi folli e temerari, beh, un po' ho pensato fosse una punizione.
A chi davvero può interessare come vive gente simile?
Non sono soldati veri, né alcun esercito regolare li accetterà mai nelle proprie fila.
Per lo più sono mercenari.
Ma vi sono anche avventurieri, ex galeotti, ricercati e gentaglia di ogni tipo intenzionata a rifarsi una vita o a dimenticare quella precedente.
In pratica il governo affida la sicurezza dei suoi confini settentrionali a rinnegati e miserabili.
Forse perchè sa che non hanno onore e valori e dunque può comprarli con del vile denaro.
Ma studiando i loro volti ed i loro tratti ho scorto qualcosa.
Osservando i loro sguardi resto rapito dal modo in cui fissano il cielo in cerca della morte.
Si, perchè la morte è la sola compagna di questi uomini.
La morte è sempre presente in questo posto.
Anche quando i più abili e fortunati ritornano da una missione e persino di notte, quando si chiudono le luci, il sonno li accoglie e tutto sembra quasi normale.
La morte si respira in ogni cenno, in ogni abitudine o mania.
La morte è forse la sola cosa certa che questa gente possiede.
L'unica forse che conosce davvero i loro nomi e le loro storie.
Già, le storie di ognuno di questi piloti.
Tutti ne hanno una ed alla propria storia ripensa ognuno di loro quando è in volo, tra il fuoco degli stormi di Canabias e manovre al limite dei riflessi umani.
E forse le immagini della propria storia sono le ultime cose che vedono i più sfortunati mentre precipitano al suolo.
Evangelia ha tutto ciò che si può pensare di trovare in un borgo o paesino.
C'è lo spaccio del vecchio Baffin, dove puoi trovare di tutto, dal vino invecchiato ai propulsori per i biplani.
E poi il saloon di Armand, dove oltre all'alcool c'è sempre qualche spettacolo per tirare su il morale dei piloti.
C'è persino la chiesa del Cappellano, dove molti di questi guerriglieri passano per una Benedizione o una parola di conforto prima di alzarsi in volo.
E commuove vedere poi alcuni di loro che tornano per ringraziare di essere ancora vivi.
Ma la cosa che più colpisce di Evangelia è la svariata umanità che la anima.
E forse il soggetto più singolare è il capitano Goz, comandante della rocca.
Si tratta di un curioso incrocio tra un padre di famiglia ed uno di quei militari rivoluzionari che si vedono nei vecchi romanzi d'appendice, dove fumano sigari su sigari e credono di poter abbattere un cacciabombardiere col proprio fucile.
E la cosa che più mi ha colpito sono le parole che mi rivolse al mio arrivo qui ad Evangelia.
“Molti arrivano qui ma qualcuno si pente subito dopo.” Mi disse. “Ma non sanno che vi sono solo tre modi per lasciare la Legione Straniera...” fumando il suo ennesimo sigaro “... completare tre anni di servizio... pagare una penale di un milione di Taddei...”
“Ed il terzo modo?” Chiesi io.
“Il terzo modo” fissandomi con una strana luce in quei suoi occhi piccoli e stretti “per lasciare la Legione Straniera è quello di farlo da morto...”
Già, la morte ad Evangelia è forse la sola cosa certa.
La sola che abbia un valore.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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