Ci avvicinammo cautamente al convoglio, che pareva ormai disastrato, nessuno poteva essere sopravvissuto.
Elas e Dimos perlustravano la zona, e io con loro.
Finchè non scorgemmo la prova che quell'attacco era opera di Canabias.
Non che mi aspettassi altro in realtà, i loro caccia Valchiria erano la nostra spina nel fianco da sempre.
Sembrava di avere intorno a noi solo morte e distruzione.
Ma poi scorgemmo qualcosa.
Una sagoma.
Lontana, indistinta, eppure visibile.
Chi poteva essere?
Amico, nemico?
In tempi come quelli la fiducia e la speranza erano merci incredibilmente rare.
Imbracciai la mia arma senza remore e la puntai contro la sagoma.
E attesi, lunghi istanti con quella sagoma sotto tiro, ben nascosta dietro una lamiera carbonizzata, per non diventare la sua preda.
Il primo passo falso gli sarebbe stato fatale.
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