Furono attimi di tensioni, attimi lunghi, intensi, che potrebbero essere gli ultimi.
Era sempre così oramai, le missioni sempre più pericolose, il nemico nascosto e infimo che ti colpisce alle spalle.
E ora, il nemico poteva essere nascosto nella nebbia, poteva piombare su di noi in quell'oscurità, motivo per cui dovevamo essere più veloci, più forti, più attenti.
Potevo sentire il mio respiro, ma sapevo che non trapelava all'esterno.
Poi le parole di Elas, un cenno d'intesa con Dimos e lo seguimmo.
Restai allibita a quella vista.
Un bambino.
Abbassai l'arma e gli sorrisi, non ero mai stata brava con i bambini, ma cercai di fare del mio meglio.
"Va tutto bene, piccolo.." gentilmente "Ti portiamo via di qui.. Come ti chiami?".
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