In breve calò il silenzio nella taverna e tutti i clienti si misero ad ascoltare quell'improvvisata rappresentazione.
Le note melodiche e struggenti di quella canzone volteggiarono a lungo nel locale, tra lo stupore e l'apprezzamento generale.
Anche i tre borghesi restarono sorpresi e di tanto in tanto gettavano occhiate verso Dacey, per indovinare la sua reazione.
La musica terminò e tutti applaudirono.
“Ancora, ancora.” Disse il taverniere. “Alla gente piace.”
“Spiacente, il maestro non concede mai il bis.” Ridendo piano Guisgard.
Tornò allora al suo tavolo.
“Dove avete imparato a suonare quello strumento?” Chiese Leones.
“In guerra.” Sarcastico Guisgard. “Prenotate delle camere per stanotte o resteremo a dormire sotto le stelle.” Facendo loro l'occhiolino.
“Dove andate ora?” Domandò Poeh.
“A vedere se Afrodite ha mantenuto la sua promessa.” Rispose il militare.
Lasciò il tavolo dei tre per raggiungere quello di Dacey.
“Solitamente” rivolto alla ragazza, dopo averla salutata togliendosi appena il cappello “quando si dedica una canzone ad una ragazza si corre il rischio di incappare in due inconvenienti... buscarle da lei o dal suo ragazzo...” sedendosi al tavolo con lei “... ditemi dunque, quanto è grosso il vostro ragazzo? Dato che dovrò fare a botte con lui immagino.” Sorridendole.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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