Rischiammo che la massa di soldati ci travolgesse e Fermer mi tenne per mano per non perderci.
Quando arrivammo in infermeria, trovammo il piccolo terrorizzato ai piedi del letto.
Subito corsi da lui, lo misi sulle mie gambe e lo strinsi fra le braccia.
"Ehi piccolo é tutto a posto, ci siamo qui noi adesso. É solo un allarme, non avere paura" gli dissi cullandolo, per poi baciargli la testolina.
Sempre sulla testolina del piccolo poggiai poi una mano, permettendo all'energia di fluire.
Era una tecnica di rilassamento imparata da mio padre e funzionava sempre, speravo funzionasse anche in quel momento.
Iniziai poi a cantare a bassa voce una ninnananna in gaelico che mia madre mi cantava sempre e riusciva a calmarmi.