A quella rivelazione di Clio, Sullor chinò il capo.
“Non mi abituerò mai” disse “all'ingiustizia di questo mondo... lui forse era l'unico fra noi a non voler morire, a voler sopravvivere a tutto questo... ed invece è toccato a lui essere il primo...” guardò poi la ragazza “... si, novità sui due tipi che erano nell'hangar dell'aereo senza emblemi...”
“Ne discuterete dopo.” Intervenne Tesua. “Ora c'è da informare il capitano.” E fece cenno a Clio di seguirlo.
Intanto, a centinaia di chilometri di distanza, uno stormo di Valchiria era atterrato in una futuristica base militare, da cui sventolava la bandiera rossa con la scure ed il martello.
E tra quegli aerei vi era quello sulla cui coda era impresso il simbolo del teschio con la rosa.
L'abitacolo si aprì e saltò fuori un agile ed aggraziato pilota.
E subito alcuni meccanici si avvicinarono.
“Il maggiore Gouf vi attende a rapporto.” Uno di quelli al pilota, che annuì.
Raggiunse allora la caserma, senza togliersi il casco, fino a trovarsi davanti a due soldati.
E finalmente il pilota tolse il casco, mostrando il suo volto.
“Sergente Viktoria a rapporto.” Disse ai due soldati. “Sono attesa dal maggiore Gouf.”