Dacey chiuse gli occhi e Guisgard le mise in testa il suo cappello.
“Tenete le mani sulla cloche...” disse prendendo le mani di lei e stringendole con le sue intorno alla leva dei comandi “... immaginate ora il decollo... dal nulla ed in pochi secondi tutto intorno a voi comincia a muoversi... in principio si vede sfocato, poi gli occhi mettono a fuoco ed allora il mondo comincia a scorrere rapido, come le immagini mute di un film senza sonoro... attorno a voi solo il sibilo dell'aereo che corre lungo la pista... poi dolcemente iniziate a salire... planando, quasi fluttuando nell'aria... allora il mondo inizia a rimpicciolirsi... il cielo diventa più blu ed in breve un oceano di nuvole vi avvolge... e poche sensazioni al mondo sono simili a quella di volare fra sterminati e bianchissimi banchi di nuvole... a tratti sembrano prendere forma, assumendo le fattezze di torri, palazzi ed intere città sopra il mondo... come se scoprissero terre immaginarie, oltre i confini della Terra... e volare così, fino a vedere il Sole tramontare, quando il cielo assume i colori più belli... e poi volare di notte e vedere pian piano le stelle accendersi... viste da quassù le stelle sembrano più grandi e vicine... quasi da potersi toccare... ed allora anche i desideri, i sogni ci appaiono più reali...” erano stretti l'una contro l'altro “... immaginate di guardare alla vostra destra... quelle sono le Perseidi... le stelle della costellazione di Perseo... e da lì che nella notte di San Lorenzo arrivano le stelle cadenti... e per i piloti quella è la strada dei desideri... che unisce il cielo alla Terra... mi chiedevate prima cosa farei con i soldi della Gran Baronessa? Forse comprerei un vecchio maniero che domina arroccato un borgo addormentato... lo vidi anni fa, proprio mentre volavo... un luogo ameno, dimenticato fra alte montagne... un posto che forse neanche le mappe riportano... come un'isola sperduta nel mare dei nostri sogni... in quel borgo assopito le notti di Luna sono più magiche ed incantate che altrove... immaginate di sorvolarlo... fatelo con la forza dell'immaginazione e forse il vostro cuore vedrà quel borgo ed il suo antico maniero...” strinse le sue mani intorno a quelle di Dacey sulla cloche “... ora rientriamo... atterrate... piano, dolcemente... la cloche non va tenuta troppo stretta, o l'areo soffocherà... e neanche troppo debolmente, o il veicolo volerà via... così... piano...” seguirono lunghi istanti di silenzio, dove lui restò a sentire il profumo dei capelli di lei “... ecco, siamo atterrati... potete riaprire gli occhi...”
E Dacey riaprendoli si ritrovò di nuovo nel capannone, col cappello di Guisgard sulla testa.