Discussione: Nei cieli di Evangelia
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Vecchio 13-11-2015, 23.26.41   #892
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
La rabbia era tanta, tanta da farmi serrare i pugni, e respirare piano per evitare gesti affettati .
Avevo la forte necessità di prendere a pugni qualcuno.
Quella giornata non sembrava finire mai, e ogni secondo la peggiorava.
Poi quelle parole di Goz: i cadetti!
"Sissignore.." risposi, automaticamente.
Già, li avevo completamente dimenticati.
Beh, pensai con un sorriso, meglio così, in effetti potrebbero essermi utili.
"Avanti signori abbiamo perso abbastanza tempo per tutta questa storia.." dissi voltandomi verso le reclute "Sarà il caso di cominciare l'addestramento.." dissi loro.
"Sappiate che l'addestramento nella legione si compone di tre fasi imprescindibili: il corpo a corpo, il poligono e il volo.. io non ho idea delle vostre capacità, magari qualcuno di voi è un pugile e per lui il corpo a corpo sarà una passeggiata, magari abbiamo dei cacciatori, degli ottimi tiratori che faranno faville al poligono, magari abbiamo dei piloti.." lanciando per un momento una rapida occhiata ad Icarius che aveva detto di esserlo "Ma prima di mettervi in mano un aereo voglio essere sicura che il vostro corpo sia in grado di reggerlo, e di reggere la guerra.. se non sapete nulla di queste tre discipline non disperate, dovrete solo faticare molto più degli altri, ma non avete perso in partenza.." annuendo.
"La prima parte dell'allenamento è uguale per tutti, poi vi divideremo in gruppi e ognuno andrà a colmare le proprie mancanze.." presi un profondo respiro, legando i capelli in una coda alta, rapidamente.
"Sarà il caso di cominciare.." dissi, perentoria.
Così, seguii l'addestramento in prima persona, seguendo le reclute passo passo, allenandomi con loro: la corsa, i piegamenti, gli addominali, gli esercizi per la forza, per l'agilità, per la resistenza.
Finchè, terminato quel riscaldamento pesantissimo ma necessario, non si poté passare alle cose interessanti.
Avevo sempre amato il combattimento corpo a corpo più di qualunque altra cosa.
Ci spostammo così in palestra, dove c'era la migliore attrezzatura a disposizione.
Spiegai loro i vari colpi base, qualche tecnica non troppo complicata perché era solo il primo giorno.
"Forse alcuni di voi sanno già di cosa sto parlando, qualcuno magari è un pugile, un lottatore, un esperto nelle arti marziali orientali, ma c'è qualcosa di diverso in quello che facciamo qui oggi, magari riconoscerete qualche tecnica, ma è lo spirito che deve radicalmente cambiare.." presi un respiro "Non occorre andare in oriente per conoscere le arti marziali, i nostri avi le avevano sviluppate molto bene, lotta, pugilato, pancrazio.." lasciai che lo sguardo si posasse sui soldati "Il pancrazio nasce proprio in battaglia, quando i soldati della falange perdono le armi, devono saper combattere a mani nude finché non ne raccattano un'altra.. questo non è uno sport, ma una tecnica di guerra.. massima efficacia col minimo sforzo.. sapete, nell'antichità non c'erano categorie di peso perché la tecnica, se ben eseguita, permette di abbattere qualcuno di molto più imponete.. tu.." indicando un ragazzo grande e grosso che sarà pesato il doppio di me "Vieni qui.." ordinai.
Così, mostrai la tecnica, e in un batter d'occhio lo portai a terra, nonostante il suo peso.
Finita la classica manfrina iniziale, iniziammo con gli esercizi, esercizi di base, che diventavano mano mano più complicati.
Li osservavo attentamente.
Per un momento poi, li lasciai fare, mi voltai verso il sacco poco distante.
Loro dovevano ripetere l'esercizio, il che significava che io avrei avuto qualche minuto per me.
Presi un profondo respiro e iniziai a colpire.
Rapida, veloce, senza fermarmi mai, un colpo, un altro, un altro ancora, con la velocità che mi contraddistingueva.
Il respiro ansante, il cuore che batteva sempre più forte.
Eccolo lì, il limite, quel limite oltre il quale mi sarebbe mancato il fiato, ma lo raggiunsi, e continuai a colpire ad una velocità impressionante, lo spostai poco più in là, finché non mi fermai, per poi buttare la testa all'indietro, conscia di aver scaricato almeno in parte la tensione di quel giorno che sembrava non voler finire mai.
Non potevo sfogarmi sulle reclute, almeno che tra loro non ci fosse qualcuno che già sapeva combattere per i fatti suoi.
Tornai da loro, ormai avrebbero dovuto assimilare i miei insegnamenti.
E se non l'avevano fatto: peggio per loro, avevamo bisogno di gente che imparava in fretta.
Così fu la volta di mettere in pratica tutto quello.
"Mettetevi a coppie.." ordinai "Prima fate a ruoli: uno attacca e uno difende, ma tra poco passiamo immediatamente al combattimento libero, non abbiamo tempo da perdere..".
Fortunatamente, pensai, i ragazzi erano dispari, così, a turno, uno doveva confrontarsi direttamente con me.
Il che mi dava l'opportunità di saggiare le capacità di ognuno e di cominciare ad istaurare quel legame necessario, che nasce combattendo insieme.
Senza trascurare il fatto che dava anche a me l'occasione di combattere a mani nude, anche se dovevo ovviamente controllarmi.
Ma almeno mi sarei resa conto ben bene delle capacità di ognuno di loro.
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