Guisgard guardò negli occhi Dacey per alcuni lunghi istanti, per poi togliersi infastidito il giubbotto e gettandoselo sulla spalla.
“Beh...” disse poi seccamente “... cos'è questa storia? Vi siete già montata la testa? Siete forse entrata così dentro la parte che credete davvero di essere la principessa? Rammentate che qui comando io e non voglio sentire i vostri colpi di testa. Dunque niente capricci. Intesi? Non siete pronta per ingannare la Gran Duchessa. Non capite che molti prima di noi ci hanno tentato? Sapete quante donne hanno affermato di essere la principessa Dacey? E la metà è finita in manicomio. E' lì che volete andare? Credete che la Gran Baronessa vi stia aspettando a braccia aperte? Perchè poi? Perchè assomigliate vagamente a sua nipote? La guerra, i lutti e gli impostori hanno indurito il cuore di quella donna. Se anche la vera Dacey domani risuscitasse per assurdo dalla sua tomba nella steppa e si presentasse alla Gran Baronessa dovrebbe sudare sette camicie per convincerla. Invece di star qui ad avere idee idiote pensate piuttosto a studiare e magari ad inventare una storia plausibile che giustifichi il perchè del vostro ritorno. O forse pensate che davanti ad un plotone d'esecuzione sia facile scampare alla morte?” Scosse il capo. “E guardatemi quando vi parlo, ragazzina viziata che non siete altro.”