"Maledizione..." Imprecai, quando il valchiria riuscì a riprendermi.
E dire che la manovra era riuscita benissimo.
"Lo so, dannazione..." Infastidita a Sbrizz che mi faceva la telecronaca del confronto.
Venirmi a dare una mano no, eh.. Non sia mai!
Poi lo sentii, uno scossone, un boato, un fischio.
Mi aveva colpito.
Imprecai di nuovo.
Risi piano a quelle parole di Sbrizz.
"No, vecchio mio, non abbandonerò il mio gioiellino..." Con un sorriso tra il malinconico e il sognante "Dì ai miei fratelli di non arrendersi mai, e abbracciali per me, non dovessi tornare...".
Poteva essere la fine, quell'istante atteso e temuto da sempre.
Quello che avrebbe dato il senso alla mia intera esistenza.
Era come lo avevo sempre immaginato.
Ma non era finita.
Conoscevo bene quelle rocce impervie.
Potevo cadere, precipitare fino a far credere al
gufo di avermi abbattuto davvero, e poi tentare un atterraggio di fortuna poco distante, lontano dalla battaglia.
Era un azzardo, Damasgrada poteva diventare la mia tomba se non avesse avuto la forza necessaria all'atterraggio.
Ma non riuscivo ad immaginarne una più degna.
Skull, appassionato di discipline giapponesi mi raccontava che il colpo migliore che devi tiare era l'ultimo, quello in cui sai già di essere stato sconfitto, deve essere il migliore perché non avrai un'altra possibilità.
Allora, mente perdevo quota, riuscii per un istante a fare una manovra al limite, mirando al
Valchiria nero dal basso, da dove non si aspettava un colpo, per poi concentrarmi e rischiare il tutto e per tutto nell'ultima manovra.
"Andiamo bellezza.." Mormorai al mio aereo ferito "L'ultimo sforzo amica mia, insieme...".
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