Il cielo sterminato...
Le nuvole oltre le quali si era liberi...
Il sibilo del motore, il soffio del vento...
Damasgrada ed il suo stemma...
Il sorriso scanzonato di Geril...
Poi l'aereo col teschio e la rosa...
E quello col Gufo Nero...
Clio aprì gli occhi.
Era intrappolata nell'abitacolo del suo aereo che ancora fumava.
A tenerla ferma erano le cinture di sicurezza che avevano resistito, mentre la calotta si era spaccata, ma non frantumata.
Damasgrada era per metà affondato nella sabbia e nel pietrisco che ne avevano attutito l'impatto.
Istintivamente Clio si mosse e comprese che avrebbe potuto slacciare le cinture ed aprire la calotta.
Ma in quel momento avvertì una fitta al fianco destro.
Un pezzettino di lamiera si era piegato ed era penetrato nella sua carne.
Era un taglio superficiale, ma sanguinava e bruciava.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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