Restare sveglia.
Questo si ripeteva Clio.
Ma i suoi muscoli, i suoi occhi e tutto il suo corpo pian piano sembravano volersi abbandonare a quel dolce torpore che il sonno prometteva di donare.
Allora tutto intorno a lei diventò più vago.
Più incerto, mutevole, etero.
Sentì di nuovo i suoi amici, i suoi fratelli.
Persino Gerin.
E poi il sibilo di un aereo.
Era di certo Damasgrada.
E forse era in volo.
Chissà per dove.
Poi un rumore di passi.
E lo vide.
Era Neko che si avvicinava.
“Clio...” disse.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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