I tre borghesi erano visibilmente preoccupati.
Anzi, allarmati era la parola giusta.
Leones camminava nervosamente avanti e indietro per la stanza, scuotendo il capo e mormorando qualcosa di incomprensibile.
Poeh invece continuava a passarsi la mano fra i capelli, come chi cerca di spremersi le meningi in cerca di una soluzione per qualche faccenda disperata.
Fines, infine, se ne stava immobile, come inchiodato sulla sedia, con lo sguardo fisso nel vuoto.
“Signori...” disse il taverniere “... vi servo da bere?”
“Si...” annuì Leones “... qualcosa di forte, liscio e doppio per favore.” Si voltò verso Altea. “Come dite? Il capitano e Diana? Oh, no... nulla di più errato, madama.”
“Ma perchè ci impiegano tanto a tornare il capitano e Diana?” Agitato Poeh.
“Meglio...” inespressivo Fines, come chi non sa che pesci prendere “... più tardi arriverà, più tardi mi ucciderà... perchè stavolta lo farà davvero...”
“E farebbe bene!” Esclamò Poeh.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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