Discussione: Nei cieli di Evangelia
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Vecchio 03-12-2015, 16.59.24   #1705
Guisgard
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Capitolo VII: Singolar tenzone nei cieli


“Questi non sono i cinesi che fondarono l'impero millenario, figli di una cultura senza Tempo.
Questi sono comunisti.”

(Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama)



Lungo i corridoi del Palazzo della Memoria Storia, sede del governo di Canabias e luogo dove gli stati generali decretarono la fine della monarchia e proclamarono la nascita della repubblica, le note della sonata di Bach si rincorrevano e si diffondevano ovunque, tra i militari che sorvegliavano le varie sale ed i funzionari impegnati con le loro mansioni.
Erano note dall'eco epico, incalzante, inquieto e assoluto.
Ad un tratto uno degli altoparlanti chiamò Mizzar, il ministro della cultura.
L'uomo allora scese da un'ascensore e si incamminò nel lungo corridoio, quasi seguendo il richiamo di quella musica.
Giunse davanti ad una porta che si aprì, lasciandolo entrare.
Il ministro restò allora in religioso silenzio, attendendo che l'altro uomo terminasse il suo assolo di Bach.
“Ministro Mizzar...” disse Oxio, terminando di suonare “... come procede la nostra invasione di Afralignone?”
“Se cadrà la rocca di Evangelia” rispose Mizzar “avremo libero accesso ai confini settentrionali di quell'impero.”
“Perchè un borgo insignificante e protetto da dei mercenari” senza voltarsi Oxio “rallenta così i nostri piani di libertà? Perchè i nostri Valchiria non hanno ancora sterminato quel luogo e tutti coloro che in essi vivono?”
“Accadrà molto presto.” Annuì Mizzar.
“Tra non molto sarà Natale...” bevendo del vino Oxio “... sarà un trionfo marciare su Città di Capomazda quando i cattolici festeggeranno il loro Dio Redentore... nessuno però scenderà dal Cielo a salvarli.” Lasciò cadere a terra il bicchiere, che si frantumò. “Sul mio bicchiere vi erano le impronte del vinaio. Che sia mandato nei gulag.”
“Si.” Con un ghigno Mizzar, per poi andare via.
E Oxio riprese a suonare, avvolgendo l'intero palazzo con le sue note.
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