"Ricevuto, capitano..." dissi a Goz, per poi chiudere le comunicazioni.
Presi a concentrarmi sulle manovre, per attirare il bombardiere verso le alture, alture che conoscevo come il palmo delle mie mani, alture su cui avevo volato ogni giorno, per anni, alture che nascondevano insidie e tranelli.
Alture che facevano al caso nostro.
"Avanti bestione.." mormorai tra i denti "Seguici...".
Così sfrecciai, concentrandomi sui comandi.
Quello lo sapevo fare, forse era l'unica cosa che sapevo fare davvero, combattere nel cielo.
Eppure ogni tanto le parole di Goz mi tornavano alla mente.
Non sapevo perché, ma sentivo che quel tipo era vivo.
Forse era solo una speranza, dettata da quella parte mi me che aveva colpito più di chiunque altro.
Forse era utopia, ma raramente mi sbagliavo su cose come quelle.
Attacchi disperati intendo, le emozioni erano qualcosa di completamente sconosciuto.
Affascinanti e seducenti, certo, ma sconosciute.
Non come quella cloche, non come i comandi, le manovre al limite che stavo eseguendo per attirare il bombardiere dove volevo io.
Quelli li conoscevo bene, così come quel fiato corto, quel battito accelerato, quello sguardo concentrato che scrutava l'aria intorno a me come fosse una mappa.
Cominciavamo ad avvicinarci, dovevamo solo giocarcela bene.
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