Restai per un lungo istante ad osservare il Novalis, con una punta di tristezza.
Lo guardavo quasi come si guarda un soldato caduto, uno di quelli che ha combattuto con onore, che ha fatto la differenza.
E il Novalis aveva decisamente fatto la differenza.
Chinai lievemente il capo, in segno di saluto, in segno di rispetto per quella meravigliosa arma che mi sentivo incredibilmente fortunata ad aver pilotato.
Se Guisgard non ce l'avesse portato, forse le cose sarebbero andate diversamente.
Già, Guisgard... pensai con un sorriso triste, per poi scuotere la testa.
Eppure sapevo in cuor mio che era vivo.
Non sapevo spiegare quella sensazione, non sapevo dargli un nome, ma sapevo che era vivo.
Chissà se saremmo riusciti a ritrovarlo, o se lui avrebbe trovato noi.
Atterrai, destandomi dai miei pensieri.
Mi liberai agilmente e quasi meccanicamente del paracadute, come avevo fatto molte volte nelle esercitazioni e in battaglia, all'occorrenza.
Ora non restava che capire dove eravamo e come muoverci.
Sorrisi poi a Gaynor.
"Direi di sì, tu sei tutta intera?" le chiesi "Vediamo di capire dove diavolo siamo...".
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