La pioggia cadeva in infinite goccioline che sembravano liberare, al loro schiudersi, frammenti di quell'atmosfera sognante che ora circondava l'intero borgo.
Era l'aria esotica e selvaggia del deserto sterminato, con i suoi spazi immensi, i suoi miraggi frutto di sogni incantati e la magia delle sue leggende senza tempo.
Quella musica si diffondeva leggera e gentile nel cortile e a quelle parole di Dacey cessò all'istante.
Allora apparve una figura sotto il porticato.
Era avvolta da una lieve penombra, lasciando brillare solo i suoi occhi azzurri.
“Qualcuno ha detto” disse Guisgard sorridendo “che per essere una principessa basta solo essere amata infinitamente... poiché solo i veri principi sanno amare davvero...” andò verso la ragazza e con un gesto delicato le accomodò una ciocca bagnata che scendeva sul suo viso “... ed io potrei essere un principe... visto ho un castello che ci sta aspettando... da sempre...” e la baciò.
La baciò e la pioggia sembrò fermarsi.
Fermarsi per diventare una dolce melodia.
Una melodia scandita non più da quelle infinite goccioline, ma dai battiti dei loro cuori.