Epilogo
Un'isoletta sperduta nel mare sconfinato, in balia del vento e del suo profumo di salsedine.
Qui due uomini discutevano all'ombra di un'esotica capanna.
“Dimmi...” disse uno dei due all'altro “... come sta oggi il nostro misterioso naufrago?”
“Bene, anche se continua a non ricordare nulla...” rispose l'altro “... non rammenta niente del suo passato... né il suo nome, né come è giunto su quest'isola... se ne sta tutto il giorno a disegnare aerei sulla spiaggia... forse è un ingegnere... o chissà, magari un pilota... di sicuro è una persona mite.”
Il naufrago era poco distante da loro, impegnato con i suoi disegni.
“Volare è come essere liberi...” pensava “... lasciare la terra e raggiungere il cielo... allora tutto al di sotto del volo appare piccolo, perfetto e bellissimo...” disegnando “... chissà, forse in questi disegni, in questi aerei si cela il mio nome e la mia vita... ogni giorno cerco di rammentare ma tutto mi appare buio... e disegnare è l'unica cosa che mi fa sentire vivo... vivo e libero... come questi miei aerei...” sorridendo come un bambino davanti al suo disegno, dove comparivano magnifici aerei che battagliavano.
Ed a vincere, come in ogni suo disegno, era sempre l'aereo nero che aveva come emblema un gufo nero.
FINE
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