Gaynor cercò di non badare a quei rumori nella vegetazione e spronò oltre la sua cavalla.
Ma poco dopo udì di nuovo un calpestio alle sue spalle, come se qualcuno la stesse seguendo.
Ad un tratto sentì delle voci, seguite da uno scroscio di risate.
Vide allora un uomo, insediato su un trono di zolle erbose eretto sotto i rami nodosi di un'enorme quercia, circondato da altri individui, che come lui erano tutti armati.
L'uomo era di corporatura robusta, nel fiore degli anni, con lo sguardo pulito, i lineamenti marcati ed arsi dal Sole e dalle battaglie.
Indossava una giubba da brigante, un corto mantello che scendeva a tracolla e sui polsi ampi bracciali di cuoio.
“Perdonate la licenza, nobile dama, ma in questi boschi io sono sovrano ed essi sono il mio regno.” Disse con tono sicuro. “Per questo i miei selvatici sudditi non avrebbero molto rispetto per il mio potere se nei miei domini lasciassi passare chiunque senza richiedere degni tributi. Foss'anche una bellissima donna come voi.” Fissandola.