Scoppiai a ridere a quelle parole del soldato.
Lanciai uno sguardo alle due ragazze, uno sguardo chiaro che diceva: uno per ciascuna.
Poi annuii semplicemente a Kostor.
"Altrimenti che fai?" Avvicinandomi al soldato.
Quel coltello non era certo un problema.
Con una mossa rapida e veloce lo disarmai, tenendogli saldamente il polso in una presa di lotta, per poi girargli l'intero braccio dietro la schiena con la destra, mentre con la sinistra gli schiacciavo la testa contro il tavolo.
Probabilmente lo scenario che immaginava era diametralmente opposto.
Una volta compreso e sottolineato il controllo che esercitavo su di lui, mi avvicinai appena, sempre tenendo il braccio piegato siero la schiena e la testa schiacciata sul tavolo.
Quel tanto che bastava per dire.
"Sentì bello, siamo dalla stessa parte lavoriamo anche noi per il barone Ferico, chiudiamola qui e nessuno si farà male, fossi in voi non ne farei parola con nessuno... ".
Non mollai la presa, volevo che capisse che doveva stare al suo posto.
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