Lessi attentamente quel manifesto, e portai una mano alle labbra per nascondere una risata.
Per quanto la situazione fosse delle più serie, non riuscivo a non trovarla divertente.
Il cavaliere senza macchia e senza paura che aveva animato i miei sogni di ragazzina ora era un fuorilegge, con tanto di taglia sulla sua testa.
Non solo: spettava a me dargli la caccia.
Più o meno in realtà, noi dovevamo occuparci dei briganti e non dovevo farmi distrarre da tutto questo.
Avevo seppellito quei ricordi per un motivo, dopotutto, facevano troppo male, mi indebolivano.
Ora non dovevo permettere a niente e nessuno di ferirmi in quel modo.
Lo avevo promesso a me stessa.
Guisgard era e doveva restare un fantasma per me.
Un monito a quanto il cuore potesse sopportare, di quanto l'amore potesse distruggere.
Vattene, Clio!
Quell'imperativo venne dalla parte più nascosta del mio essere.
Una parte che se ne stava seduta, in un angolo, ad osservare oltre una finestra.
Ti prego..
La voce spezzata di Lila che risuonava nella mia anima mi destò, e sospirai pesantemente.
Aveva ragione, dovevo andarmene e pensare alla missione.
Sorrisi all'immagine di Lila nella mia mente.
Ero diventata più forte, non avevo niente da temere, mi ripetevo.
Così, dopo aver lanciato un'ultima occhiata al manifesto ripresi i miei passi.
Osai incamminarmi per una strada che lasciava alle spalle il centro abitato.
|