Gwen entrò bendata in quel verziere e subito mille e più profumi invasero le sue narici ed il suo cuore.
Il gorgoglio di un piccolo e sobrio canale condusse alle orecchie della giovane il verso di una coppia d'anatre.
Quell'acqua, odorante di un acquitrinoso prato, sembrava ribollire come il sangue di due giovani innamorati.
Poi il cinguettio vivace dei passerotti sui rami, il frusciante sonaglino delle foglie ed il melodioso organino dell'allodola.
Passeggiare in quel verziere era un trionfo di suoni e di profumi.
Il lieve e dolce vento sembrava raccogliere infiniti odori e condurli armoniosi nei sensi di Gwen.
Violette, tulipani, gerani, eriche, orchidee, girasoli e rose.
E poi boccioli di acerba fragranza, petali vellutati che sfioravano le dita della ragazza e l'aria leggera di quell'odoroso mattino ad avvolgere i suoi capelli rossi.
I due avanzavano in quello scenario macchiettato e vivace, al suono ritmato del ticchettio di un picchio su una corteccia, tra il calpestio di rametti e pietrisco.