Pochi istanti in cui Clio fissò il volto del cavaliere.
Era una mattina di Autunno, con le colline che si tingevano di un variegato giallino.
Clio era nella campagna, diretta chissà dove, quando udì dei cavalli giungere.
Si voltò e riconobbe i cavalieri.
Erano alcuni nobili rampolli Capomazdesi che galoppavano.
“Ma dai, non esiste...” disse uno di loro.
“Ti pare che tra queste terre viva una donna in perfetto stile Dama del Lago?” Ridendo un altro.
“Sogna sogna.” Un altro ancora.
“Meglio così.” Divertito colui che guidava il gruppo, i cui occhi azzurri guardavano le colline senza troppo badare a ciò che dicevano i suoi compagni.
Si accorse allora di Clio.
“Perdonate, damigella...” alla ragazza “... ditemi, voi che siete giovane e candida, diversamente da questi miei aspri e vuoti compagni... ditemi... voi credete all'esistenza della Dama del fiume Helsa?”
Clio restò a fissarlo.
“Dunque?” Lui guardandola con i suoi occhi chiari.
“Non saprei...” fece lei “... non sono originaria di Sygma...”
Quel ricordo lontano attraversò la mente di Clio, mentre raggiungeva il luogo in cui avrebbe trovato il barone.
Lo trovò insieme a Fagan e a Jean, per poi raccontare loro tutto.
“Vi siete fatta dare ordini da un cavaliere sconosciuto?” Seccato Ferico.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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