Dacey si sedette accanto al ferito e cominciò ad intonare una ninnananna, dolce e melodica, per indurlo a rasserenarsi.
E così fu.
Il cavaliere senza nome sembrò infatti calmarsi e cadere in un sonno più tranquillo.
La candela tremula continuava ad illuminare la stanza avvolta da un'incerta penombra.
Ma all'improvviso si udirono dei rumori esterni.
Passi e voci che giungevano intorno a loro.
Allora il cavaliere aprì di colpo gli occhi e forse dimenticando il dolore si alzò facendosi forza con i gomiti sul letto.
E quasi in preda alla veglia, prese la mano di Dacey, per poi avvicinarsi al suo volto.
Le loro labbra erano vicinissime, i loro respiri quasi uniti.
Gli occhi azzurri di lui erano in quelli ambrati e luminosi di lei.
Restarono così per un istante che parve infinito.
E lui sembrò sul punto di baciarla.
Poi quei rumori ed il cavaliere slegò il suo sguardo da quello della principessa.