Niente, ancora niente.
Strinsi i denti, obbligandomi ad andare avanti, chiusi gli occhi per un momento perché sentivo le lacrime affiorare.
Non mi riconoscevo più, ero esausta non tanto nel corpo quanto nello spirito, la ferita al cuore si era riaperta, e mi ci voleva tempo per rimarginarla di nuovo.
Per ora sanguinava, copiosamente, indebolendomi sempre di più.
Mi sembrava di combattere contro un Destino che aveva già deciso per me, ma non mi dava la possibilità di conoscere i suoi piani.
Un Destino che mi chiedeva di fidarmi di lui, e poi me lo rendeva se non impossibile, terribilmente difficile.
Eppure ci provavo, continuavo a ripetermi di fidarmi, anche se lui continuava a ferirmi, ignorando forse che la mia mente tornava continuamente al passato, un passato doloroso che volevo dimenticare.
Avevo riposto tutte le mie speranze nel futuro, un futuro diverso, un futuro in cui le emozioni non erano soltanto dolorose, un futuro in cui la mia ferita sarebbe guarita.
Eppure continuavo a crederci, credere che quello fosse solo un lunghissimo momento passeggero, e le cose sarebbero cambiate presto.
Ma continuavo a chiedermi perché mi trattasse in quel modo, perchè farmi soffrire gratuitamente, non avevo già sofferto abbastanza in passato?
Ma al Destino probabilmente non interessava, io vedevo solo la mia vita, ma lui doveva gestirle tutte, e sicuramente aveva un piano.
E io a questo credevo, a quel pensiero mi aggrappavo con tutte le mie forze.
Tutto accade per una ragione, anche questa ricerca vana, anche questi giorni strani.
Dovevo fidarmi, continuavo a ripetermi, anche se fa male.
C'era un disegno più grande in tutto quello, e io non potevo vederlo.
Sì, doveva essere così, non c'era altra spiegazione.
Presi un profondo respiro e decisi di fidarmi, una volta ancora.
Ma era bene che il Destino sapesse che anche una donna come me aveva un punto di rottura, e in quel momento non era poi così lontano.
Ma se la mia fiducia era ben riposta, allora si sarebbe allontanato presto, ma se quella fiducia venisse tradita... non volevo nemmeno pensare ad una simile eventualità.
Presi un altro profondo respiro, tornando a concentrarmi sulla ricerca.
Dove diavolo sei?
Certo il mio bell'abito rosso non era la cosa più comoda del mondo, ma non mi aveva impedito di cercare dappertutto.
Ma sicuramente non mi sarei arresa.
La voce di Anty arrivò a destarmi dai miei pensieri.
Già, il mendicante.
Che fosse un segno del destino che avevo così a lungo invocato?
Annuii e lo raggiunsi a passo svelto.
"Tu.." lo chiamai "Aspetta... vuoi davvero aiutarci?" squadrandolo.
Gli lanciai una moneta, che valeva più di un'elemosina.
"Dimostracelo...".
Speravo solo non fosse un trucco, un depistaggio per tenermi ancora una volta lontana da lui.
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