Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 03-03-2016, 16.48.11   #340
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
"Il malvagio trama contro il giusto,
contro di lui digrigna i denti."

(Salmo 37)




La saletta era avvolta da una silenziosa penombra, mentre da una piccola finestra socchiusa, a fatica, penetravano i mesti bagliori di quel triste meriggio.
I tre stavano in silenzio, ciascuno con un atteggiamento diverso, come in balia di una sconfinata disperazione.
Biago era in piedi, con le spalle addossate alla parete e lo sguardo perso nel vuoto.
Giaccos invece era seduto su un basso sgabello di legno, con il capo chino e le mani sul volto, ormai senza più lacrime da versare per sua sorella.
Tante infatti ne aveva versate fino a quella miserabile ora.
Ardea, infine, era accanto alla finestra, con le mani che cercavano quasi di afferrare i sottili raggi di luce attraverso la leggera tendina, come a voler cercare segni da decifrare in quella tragica situazione.
“Giaccos...” disse voltandosi verso il figlio del barone “... dove si trova la tana di quel mostro?”
“Perchè?” Guardandolo il giovane.
“Dimmelo.”
“Il Gorgo del Lagno?” Turbato Giaccos.
“Si.” Annuì il Taddeide.
“Cosa vorresti fare?” Intervenne Biago.
“Taci, Biago.” Con un gesto della mano il cavaliere. “Giaccos, dimmelo.”
“Oltre l'estremità del bosco conosciuto...” svelò Giaccos “... ma nessuno ora può più giungervi.”
“Perchè mai?” Domandò Ardea.
“Perchè i soldati impediscono di giungervi.” Spiegò il figlio del barone. “Nessuno può attraversare quella strada fino alla...”
“Alla?” Ripetè il Taddeide.
“Alla conclusione del sacrificio...” tornando a piangere Giaccos.
“Cercare di forzare quel blocco” disse Biago “equivale a sfidare l'intero esercito baronale, giusto?”
“Si...” in lacrime Giaccos.
“Non vi è un'altra strada?” Avvicinandosi Ardea al giovane. “Dimmelo, ti prego... se tieni a tua sorella la metà di quanto ci tengo io, allora, in Nome del Cielo, dimmelo...”
“Mia sorella...” alzando lo sguardo sul cavaliere l'altro “... allora...”
“Si...” fece Ardea “... si e darei la vita per lei...”
“E' un suicidio...” mormorò Giaccos.
“Preferisco morire con lei” replicò il Taddeide “che continuare a vivere senza più tua sorella.”
“C'è solo un altro modo per raggiungere il Gorgo del Lagno...” fissandolo Giaccos.
“Quale?”
“Risalire il Lagno...” rispose il giovane “... ma è una via difficile, angusta, pericolosa...”
“Descrivi quel passaggio” sorridendo Ardea “ed io partirò stanotte stessa.”
Giaccos annuì.
Il Taddeide allora guardò di nuovo la luce che filtrava dalla tenda, poi, nel voltarsi, incrociò lo sguardo di Biago.
“Puoi dirmi di tacere” guardandolo lo scudiero “ma non trattarmi mai più come se tutto questo non mi riguardasse. Sono stato con te fianco a fianco in ogni Questione e ho il diritto, se Dio vorrà, di morire con te in questa.”
Ardea non disse nulla e abbracciò stretto il suo fraterno compagno.
Tutto ciò mentre su Acerna si alzava il lamento dei suoi abitanti.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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