Gervan salutò con un cenno del capo Clio e poi con l'aiuto del valletto che sempre lo accompagnava, per via della sua cecità, l'uomo si sedette.
“Perdonate l'ora tarda, capitano...” disse “... ma preferivo incontrarvi qui tra il silenzio della caserma, poiché sono abituato a vivere nell'ombra. Lontani da orecchie ed occhi di cui è sempre ben munita la corte ci intenderemo meglio... dunque, taglierò corto... il ducato è noi tutti corriamo un grande rischio... ho saputo da fonti attendibili che messer Cimas non attenderà ancora molto... se comprenderà di non poter ambire al seggio dei duchi allora temo invaderà la città col suo esercito... pare infatti che disponga di un nutrito numero di uomini... chi siano, ciò non è dato saperlo...”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|