“Bada a mia nipote, Pepino.” Disse lo zio di Dacey. “Intesi?”
“Non temere.” Uscendo l'ometto, subito seguito dalla bella zingara.
Fuori alla bottega i due trovarono il calesse di Pepino, trainato dalla vecchia Zeb, una cavalla dal pelo bianco macchiettato di nero, il crine rosato ed il morso tra i denti di un colore cromato, quasi argenteo.
Il calesse partì e piano si incamminò verso una stradina laterale, che declinava lenta verso le mura esterne della città, dove la campagna cedeva il passo alla brughiera.
“Speriamo che il nostro cavaliere sia un tipo puntuale...” mormorò Pepino tirando le redini “... detesto ritardare il mio pranzo...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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