Il cielo si schiariva lentamente e la penombra si affievoliva in quella stanza accogliente ed illuminata appena da una lampada ad olio, dalla luce calda e vagamente purpurea.
Il pirata guardò il divano e sorrise, lanciando poi più di un'occhiata a Gaynor.
La regina indossava una lunga sottoveste bianca, che avvolgeva il suo corpo morbido, disegnando con candore e semplicità ogni sua forma.
“Perdonate...” disse il corsaro “... il divano è di certo invitante, come tutto il resto che offre questa nobile stanza” ridendo piano “ma temo che dovrò declinare il vostro invito, altezza... vedete, noi predoni siamo abituati a vedere e desiderare ogni nave che avvistiamo, bottino compreso... dunque eviterei tentazioni varie... meglio che scavalchi di nuovo la vostra finestra, altezza...”
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò.
“Altezza, sono io...” Anmara fuori.
Il pirata si avvicinò alla finestra ma nei giardini sottostanti c'erano già i giardinieri.
“Temo siamo circondati...” sarcastico a Gaynor.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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