La penombra e il silenzio nella sala erano surreali, quasi mistici, e il modo in cui Velvot facera girare il ciondolo era ipnotico.
Sorridevo man mano che andava avanti; mi era sembrata una scelta molto coraggiosa quella di portare in scena la Gioia e ogni tanto lanciavo qualche occhiata di nascosto a Rovolin per carpire qualsiasi emozione o pensiero ed ero sempre più curiosa sulla continuazione dello spettacolo.
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