Gwen e Zoren raggiunsero il Castello della Cicala, da dove si poteva dominare tutta la città di Nolhia.
Il maniero appariva grandioso nella sua decadenza, con murature consumate dal tempo e dalle intemperie, crepe che si aprivano larghe e profonde tra le pietre e sterpaglia fitta ed incolta che ricopriva buona parte dei muri.
Il vento poi, soffiando attraverso le brecce e le lesioni, generava cupi ed angoscianti ululati, simili a lamenti che riempivano l'aria e davano a quello scenario un che di sinistro.
Un rovinato e traballante ponticello di legno congiungeva la fine dello sterrato zigzagante tra l'erba, unica via per giungere al castello, a ciò che restava del monumentale ingresso, ormai ridotto ad una stretta apertura tra crolli e sterpi.
E proprio sotto quel passaggio d'accesso si poteva vedere una lapide su cui erano impresse queste parole:
“Non è morto ciò in eterno ritorna”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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