Tintus si avvicinò ad un candeliere ed accese una candela.
Allora la fitta ed opprimente penombra che regnava nella sala cominciò a squarciarsi, a dilaniarsi ed un bagliore, seppur debole, iniziò a tremolare.
E all'improvviso, dal flebile tremolio della candela cominciò a formarsi un'ombra che in un attimo parve riempire le pareti dell'intera sala, ricoprendo ogni cosa, per poi, infine, assumere fattezze umane.
Come se qualcuno fosse appena entrato nella stanza.
“Salute a voi, signori...” disse ad un tratto una voce rauca.
Altea ed il pittore videro un anziano, dalla pelle cadaverica, ricoperte di rughe e dal respiro affannoso che stava immobile a fissarli, quasi fosse un fantasma.
“Milord...” con un lieve inchino Tintus “... ho portato con me lady Altea, la mia modella...” indicando la nobile dama.