La luce illuminò anche i suoi occhi, quegli occhi che nascondevano molto più di un colore inconfondibile.
Li avevo visti mille volte, ogni giorno, sugli austeri ritratti del palazzo ducale, e sul volto del mio signore.
Io sorrisi, senza distogliere lo sguardo dal suo.
Ascoltai Affon senza guardarlo, e sorrisi dolcemente a quelle parole confuse di Icarius.
Lo sapevo io cos'era successo.
Era un segno, finalmente.
Una speranza.
Una luce.
Qualunque cosa contenesse quella teca, in essa vi era il suo destino, il nostro destino.
"Non lui..." Dissi, con voce lontana, prendendo il braccio di Icarius come a tranquillizzarlo senza mai abbandonare i suoi occhi "Il suo sangue...".
Mi voltai infine verso Affon e indicai la serratura aperta, dove si vedeva ancora la goccia di sangue vermiglio.
"Il suo sangue ha aperto la teca.." Guardando Affon "Ora volete dirci che succede?".
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