Ehiss e Dacey, in sella al loro cavallo, galopparono veloci sotto la pioggia e lungo il sentiero avvolto da una vegetazione folta e selvaggia.
Galopparono a lungo, per quasi un'ora, senza riuscire però ad intravedere Sant'Agata di Gothia.
Anzi, più avanzavano, più sembravano penetrare in lande sconosciute e misteriose.
La pioggia non accennava a fermarsi e tutto intorno a loro si faceva cupo ed inquietante.
Ad un tratto il cavaliere fece fermare il cavallo.
“Galoppiamo da un'ora e non si vede la città...” disse guardandosi intorno “... questi luoghi sembrano un gigantesco labirinto...” spronò di nuovo il suo destriero e ripresero a galoppare per un'altra ora, senza però riuscire a vedere le mura di Sant'Agata di Gothia.
Sembravano come bloccati in quel luogo, quasi fossero vittima di un oscuro incantesimo.
Alla fine però riuscirono a scorgere qualcosa.
Erano i resti di un muretto di cinta, il cui ingresso era rappresentato da un alto arco ormai in rovina.
Ehiss allora diresse il cavallo verso quell'arco.