Guisgard sorrise a quelle parole di Clio.
“Dieci anni...” disse “... si, ne avevo dieci circa... e costui?” Indicando Icarius accanto a lei. “Costui che ha la mia stessa età, ricorda forse qualcosa della sua infanzia? No, perchè un bambino di dieci anni strappato ai suoi giochi, alla sua quotidianità tende poi a chiudersi in se stesso. A dimenticare, a rimuovere. Guardateci, siamo identici? Può dunque essere un caso? La natura può davvero beffarsi degli uomini generandone due uguali in tutto e per tutto?” Si alzò. “Io posso indovinare i tuoi pensieri, sai?” Ad Icarius. “Posso descriverti i tuoi sogni e le tue paure. Persino raccontarti i confusi ricordi che talvolta ti animano. E sai perchè? Perchè tu sei nato da me.”
“Che significa?” Guardandolo Icarius.
“Sei molto più di un sosia.” Rivelò Guisgard. “Icarius non è un nome messo a caso... è l'alter ego di Guisgard, del mio nome. Sei una copia, amico mio... una copia.”
“Tu sei pazzo...” incredulo Icarius.
“Una copia generata dall'alchimia per salvarmi, per difendere il tuo signore.” Annuì Guisgard. “Per ingannare il demone che perseguita i Taddei da secoli. Tu non sei un uomo... sei un Fakera.”
“Tu...” ridendo quasi beffardo Icarius “... tu sei pazzo... pazzo... e vuoi farmi impazzire come te...”