Le Florealiche
Il mio sguardo si allargò a quelle parole.
Sorpresa, affascinata, colpita.
Ci sapeva fare, eccome se ci sapeva fare.
Sentii la sua stretta sulla mia mano, una presa solida, salda, sicura.
L'istinto di liberarmi da quella presa come avevo fatto mille volte, ma non lo feci.
Lasciai che stringesse la mia mano, senza distogliere lo sguardo dal suo.
Era una sensazione strana, nuova, senza nome.
Quell'atmosfera, quello sguardo, quelle parole.
Parole capaci di scuotere l'animo di una donna nel profondo.
E io ero una donna.
"Sfideresti la morte per una donna che hai visto da dieci minuti?" Senza spostarmi nè distogliere lo sguardo "Perché? Nemmeno sai chi sono..".
Il mio sguardo nel suo.
Tutto quello non aveva alcun senso, lui non sapeva niente di me, io non mi fidavo di lui.
Chi era? Non lo sapevo.
Era davvero Guisgard? Era lui il sosia?
Non era niente di tutto ciò in quel momento.
Poteva essere chiunque.
Era una sensazione strana, pericolosa, decisamente pericolosa.
Quella vicinanza, quell'intesa, quello sguardo.
"Parole, ci sai fare con le parole..." Con gli occhi nei suoi "Per quanto ne so potresti dire lo stesso ad ogni donna che ti capita a tiro..." Sorridendo, indisponente "Perché io?" Con gli occhi che scrutavano i suoi "Perché dovrei crederti?".
I nostri sguardi incatenati.
"Anche perché prima dovresti conquistare il mio cuore..." Sussurrai "E dopo potresti ambire a quella notte, non il contrario...".
Ultima modifica di Clio : 27-05-2016 alle ore 16.06.41.
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