“Neanche io...” disse Guisgard sorridendo a Clio “... ma tanto siamo da soli, nessuno potrà prenderci in giro...” la prese fra le braccia e cominciarono a ballare “... se ti pesto un piede però, ti prego, non mollarmi un calcio, eh...” ridendo.
Le note del carillon vagavano per la stanza e i due seguivano la musica, quasi come se quella melodia non dovesse finire mai.
Erano vicinissimi, con i capelli di lei che nel muoversi sfioravano continuamente il viso di lui.
Quell'abito blu e leggerissimo svolazzava quasi leggiadro, scoprendo e mostrando, per brevi istanti che si susseguivano, le bianca pelle della ragazza.
E docile Clio, fra le braccia di Guisgard, si lasciava condurre in quel lento ballo fatto di contatto, respiri che si sfioravano e sguardi azzurri e trasparenti.
“Come sei bella, Clio...” sussurrò lui.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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