Il salone brulicava di luci e di uomini dall'aspetto pomposo, con donne che parevano volteggiare come falene attratte dalla luce, fra bisbigli, sussurri, risate, vini pregiati e piatti prelibati.
Gli ospiti e gli invitati riempivano ogni angolo non solo del salone, ma anche dell'androne e dei vari corridoi comunicanti, tanto che ad un certo punto i servitori dovettero aprire alla festa il cortile e l'intero giardino.
Naturalmente non mancava un'orchestra, sistemata sotto un grosso padiglione a balconcino, adornato con fiori e lampade dagli effetti policromi.
Un'orchestra di musicisti specializzati, con oboe, tromboni, clarinetti, viole, flauti e tamburi grandi e piccoli.
Fra i presenti l'ilarità, la spensieratezza ed il divertimento si facevano via via più facili di minuto in minuto, suscitate da ogni parola gioconda o vuoto complimento.
Si tavolini facevano bella mostra antipasti scintillanti, salumi cotti o crudi, arricchiti ed impreziositi da insalate miste ed audaci, trionfi di verdure in salse esotiche e colorate gelatine di legumi e spezie.
E poi gelati dai mille frutti e profumi, dessert da forno e liquori di marche tanto vecchie che nessuno dei presenti o quasi poteva riconoscerne il valore e l'esclusività.
Altea se ne stava seduta, nel suo bell'abito, a sorseggiare vino e ad assaggiare stuzzichini, quando le si avvicinarono due giovani col chiaro intento di corteggiarla.
“Madama...” disse uno dei due “... cosa gradite più in un uomo? La bellezza o la ricchezza?”
Dacey invece era in compagnia di Ottan, passeggiando insieme tra lumi e tende di raro costo e valore, segno dello sfarzo che ostentava quell'ambiente.
“Noto siete molto sottile nei giudizi.” Il giornalista alla bella e fredda dama. “Forse dovevate darvi alla carriera medica. Avete la stoffa dello strizzacervelli.” Divertito. “Io? Beh, cosa potrei raccontarvi ancora di me... vediamo... sono una persona semplice, profondamente liberale e ammetto di non avere una vita molto avventurosa. Amo le cose semplici e la vita tranquilla e forse scrivere è ciò che mi riesce meglio. Per questo ne ho fatto il mio lavoro.” Sorridendo.
Alla festa giunse anche Marwel, giovane e bellissima, quasi uscita da un ballo di debuttanti nell'alta società.
Subito attirò a sé molti sguardi, sorrisi ed attenzioni di giovani e non.
E fra tanti occhi, ad un tratto, ne notò due molto più vispi degli altri.
Occhi attenti e scuri, su un viso pulito, appartenenti ad un giovane uomo abbigliato in modo borghese, dall'espressione cupa e seccata.
Se ne stava immobile appoggiato ad una colonna fiorita, sorseggiando il suo bicchiere di limoncello.
Vivian invece era in compagnia di Ernot, conversando piacevolmente mentre cresceva nei presenti l'impazienza di veder arrivare il misterioso capo di quel mondo.
“Beh, meglio no?” Ridendo Ernot. “E' tutta pubblicità. Ed il capo ne sarà di certo compiaciuto. Anche perchè è gratuita.” Divertito. “E la vostra teoria su di lui com'è?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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